Missionarie Diocesane di Gesù Sacerdote
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Storia della missione in Brasile

Storia della missione in Brasile

PINA RINAUDO: DALL'ARGENTINA ALL'ITALIA, tappa di studio.

Nel 1972, rientrata in Italia proveniente dalla ricca esperienza vissuta in Argentina, per desiderio dei Responsabili, mi dedicai allo studio della lingua portoghese ed alla conoscenza del nuovo ambiente, (sebbene in modo molto limitato e superficiale), nel quale avrei dovuto integrarmi fra pochi mesi: il Brasile.

Questo corso di studio intensivo si teneva a Verona, appositamente per preparare i missionari, Religiosi e laici, destinati in America Latina. Oltre all'importanza dello studio, fu validissimo l'incontro con le persone per scambio e condivisione di idee, per celebrazioni e intensi momenti di preghiera, personali e comunitari, il tutto vissuto in un clima di fraternità, di responsabilità, ma anche di gioia.

Questi corsi erano organizzati e promossi dal C.E.I.A.L.(Centro Ecclesiale Italiano America Latina) su richiesta dei Vescovi e della Chiesa Latino-americana, per ottenere personale per le Chiese più carenti di collaborazione sia nel campo ecclesiale sia in quello sociale.

   

LA “TERZA TENDA”

  

Alla fine di settembre '73 feci un breve rientro in Argentina per reperire i miei effetti personali, colà lasciati al mio ritorno in Italia, per poi spiccare il volo per il Brasile.

Infatti, all'inizio di ottobre '73, con il cuore un po' spezzato, salutai definitivamente l'arida, ma ormai amata, terra patagonica, i nostri ragazzi della Casa del Nino, ormai cresciuti, le nostre amate sorelle e tante, tante persone con le quali avevamo condiviso momenti di vita intessuti di lavoro, di amicizia, di preghiera, di gioia, ma anche di difficoltà.

Tutto questo per trapiantarmi in quel nuovo e vasto lembo del Brasile che, per volontà di Dio, ci attendeva per vie misteriose e ancora a noi sconosciute.

 

Questa è stata la terza “tenda” che il buon Dio mi ha chiesto di sradicare, per piantarla in una nuova terra da conoscere, amare, ma pur sempre provvisoria, mantenendo in cuore la libertà e disponibilità a ulteriori distacchi.

Non è questo il momento per descrivere le incognite e peripezie che hanno accompagnato il viaggio di andata dall'Argentina al Brasile. Ma c'è un piccolo e curioso evento vissuto che non posso tralasciare.

 

L' “AVE MARIA” di ORLANDIA

 

Giunsi a Orlandia, cittadina alla quale eravamo destinate, verso le 22,00.C'erano con me pochi passeggeri provenienti da S.Paolo.

Con un po' di timidezza, mezzo spagnolo e mezzo portoghese, chiesi a un signore qualche informazione; questi mi guardò con un misto di diffidenza e m'indicò la direzione della Chiesa. M'incamminai e, dopo poco, scorsi la sagoma del campanile un po' illuminata e mi rallegrai (infatti nessuno era a conoscenza del mio arrivo).

Man mano che mi avvicinavo, mi giungeva all'orecchio un suono che, sul momento, mi causò un tuffo al cuore e un'intensa emozione; mi trovai con le lacrime, ma erano lacrime di gioia, di consolazione e anche di incredulità: l' AVE MARIA del Somma!

Sì, era proprio quell'Ave Maria che in Casa Diocesana, durante gli Esercizi spirituali dava la sveglia al mattino per dare nuovo inizio alla giornata di preghiera.

  

Mi ripresi con gioia e capii che ad attendermi in Brasile c'era la carezza della dolce Mamma, non ero sola! Ero accolta con tenerezza materna e Lei mi sussurrava:

“Non temere io sarò sempre con te!”.

Seppi poi che il Parroco, don Emilio Pignoli, si trovava in Chiesa per provare un nuovo registratore che trasmetteva anche all'esterno. Provvidenza dispose che scegliesse proprio quell'Ave Maria! Grazie!

 

NUOVI ARRIVI dall' ITALIA

 

     Otto giorni dopo il mio arrivo, mi raggiunse Nettina Mondino, membro del nostro Istituto, accompagnata da Pinuccia Bossolasco, nostra Responsabile in quel tempo.

Con la Netti, (così la chiamavamo), mi univa una sincera e fraterna amicizia fin dall'adolescenza e dall'Azione Cattolica. Giovane dotata di un carattere gioioso e donna di profonda preghiera, amante del canto, con una capacità innata di instaurare amicizia con le persone.

La stavo attendendo con gioia, sicura che ci saremmo aiutate a percorrere quel nuovo cammino preparatoci dalla Vergine Madre.

 

     Ora eravamo in tre, perchè Pinuccia rimase con noi tre mesi.Ci appellammo con fede alla Madre della Divina Provvidenza che, in pochi giorni, ci aiutò a trovare una casetta nella periferia più povera di Orlandia e lì, ben riconoscenti, ci sistemammo.

     Quante medaglie della Vergine seminammo in quei terreni!

 

     Il Parroco, don Emilio Pignoli, italiano di vecchia emigrazione, vero Pastore, dinamico e coraggioso, ci fu molto vicino all'inizio, dandoci fiducia e consigli per il nostro inserimento.

 

     IL CENSIMENTO DELLE NECESSITA'

 

     In accordo con il Prefetto, ci chiese un servizio ritenuto da loro urgente e valido: iniziare un lavoro capillare nelle famiglie per scoprire situazioni di estrema miseria, mancanza di strutture fondamentali nel Bario, molto sofferte dagli abitanti.

     Demmo  quindi inizio ad un censimento ben mirato, che mettesse in evidenza le carenze esistenti.

Questo lavoro fu avviato con qualche difficoltà, ma solo per l'orario; infatti gli adulti si trovavano in casa solo nelle ore serali, essendo la totalità di uomini e donne impegnate nella raccolta del caffè dall'alba al tramonto, con un grande dispendio di energie fisiche.

    Ciò nonostante, impegnandomi ad incontrarli nelle ore serali, fu possibile il censimento.

    Quanti aneddoti emergono di quelle visite con il mio portoghese zoppicante!

Un giorno domandai a una donna: “Questa casa è sua?”, ma in portoghese suona: “Questa casa è suja?”. Vidi che la donna afferrò uno straccio e si mise a pulire con soggezione e con crescente forza. Capii allora che c'era qualcosa di non chiaro.Salutai e mi ripromisi di non fare  più quella domanda.

Tornata a casa, consultai il dizionario portoghese e, con mia spiacevole sorpresa, scoprii che la parola “suja” equivaleva a “sporca”.

 

    Il censimento risultò positivo; una volta concluso il Prefetto diede inizio ad un miglioramento, cominciando dal problema maggiormente sofferto dalla popolazione:

    1)   la mancanza di un “posto de saude”, un ambulatorio, con la presenza fissa di un infermiere per le cure più immediate, ferite e incidenti casalinghi, specialmente dei bambini, analisi, iniezioni;

2)      telefono per le urgenze, specialmente per reperire l'unica ambulanza in servizio nella cittadina;

 

3)     una scuola materna per i piccoli che le mamme dovevano lasciare per strada per andare al lavoro;

4)     un campo da gioco per i più grandicelli;

5)      una casa di riposo per i tanti anziani rimasti soli.

Tutto questo programma fu realizzato nel tempo.

 

     Già esisteva nel Bario una bella e capiente cappella dedicata a Cristo Re, con annesse stanze per il catechismo e per altre riunioni; questo grazie alla generosità e all'intenso lavoro del Parroco.

     Purtroppo in Brasile esiste un sincretismo religioso in espansione, con il nascere di nuove forme esoteriche che puntano al proselitismo, con grande confusione della popolazione, avvalendosi dell'ignoranza religiosa di tante persone.

 

 

      SI TAGLIA E SI CUCE …

 

     Contemporaneamente all'inizio del censimento, Netti avviò un corso di taglio e cucito, che riscosse molto interesse, numerose adesioni e un ottimo risultato, tenendo presente di realizzarlo nelle ore serali.

Dopo poco tempo dovette promuovere altri corsi per favorire l'insistente richiesta delle donne di altre zone.

     Era confortante constatare con quanto interesse e impegno imparavano a trasformare pantaloni vecchi e sdruciti dei padri in pantaloni per i figli!

Le ore di taglio e cucito con Netti erano desiderate e vissute nella serenità, nell'impegno e anche nella preghiera.

Non mancavano sonore risate, causate dalle spiegazioni di Netti … in tutte le lingue, meno che in portoghese!

     Al concludersi di ogni corso si esponevano in una piccola mostra i lavori realizzati da quelle mani più avvezze ai lavori pesanti che ad afferrare quell'ago così minuto e a dare punti, ma che alla fine facevano uscire dei piccoli capolavori!

Gli abitanti visitavano la mostra con notevole soddisfazione delle autrici.

     Non meno importante fu l'amicizia che Netti coltivò con quelle donne, amicizia che spesso si trasformava in confidenze di sofferenze e gravi problemi vissuti all'interno delle proprie famiglie, per le quali la Missionaria offriva ascolto, qualche consiglio e, soprattutto, preghiera.

 

     UN “MAGNIFICO” MEZZO DI TRASPORTO

    

      Dobbiamo riconoscere, con gratitudine, che la popolazione ci dimostrava una sincera simpatia, trovandoci disponibili per le loro necessità. Vista la mancanza nel Bario, specialmente nei prmi tempi, di un mezzo di trasporto, ci venne offerto un “Ducato”, che per molto tempo era stato adibito al trasporto di merce varia, nelle strade sterrate dei cascinali (fazende).

     Il veicolo era molto, ma molto mal ridotto, dovevamo coprire il fondo con assi per non affondare.

Netti, essendo piccola di statura, dovendo fare qualche manovra, si metteva in piedi … con le risate di tutti. Lascio a voi immaginare lo spettacolo!

 

     GLI INCONTRI VOCAZIONALI

 

Nei primi mesi la presenza di Pinuccia rese possibile organizzare, nei giorni festivi, incontri vocazionali in diverse parrocchie.

Le giovani aderivano numerose, dimostrando interesse.

 

Pinuccia era dotata di una ricca capacità come animatrice, guidava la preghiera e il canto,

rendendo quelle giornate profonde di contenuto spirituale, gioiose e formative.

     Anche dopo la sua partenza per l'Italia continuammo quelle giornate, sempre più richieste dalle partecipanti. Il nostro “Ducato” non aveva mai l'ampiezza per accogliere tutte le ragazze.

Andavamo stipate come sardine,( per buona sorte non controllate dalla polizia). Entusiasmo, canto, preghiere, all'arrivo si mutavano in silenzio e raccoglimento.

     Che gli Angeli custodi abbiano vegliato su di noi con cura particolare, io e Netti non avevamo dubbi, anche perchè i Km erano davvero tanti e, nella notte, i pericoli erano sempre in agguato. Coraggio o forse un po' troppa incoscienza?

 

     Con queste semplici attività ebbe inizio la nostra umile presenza in Brasile, guidata dalla mano paterna di Dio e dalla dolce Madre Maria.

Eravamo ben convinte e consapevoli di non poter contare sulle nostre deboli forze umane e spirituali. L'abbandono fiducioso in Gesù Sacerdote ci rendeva più forti. Così continuammo l'itinerario che , molto presto, ci avrebbe svelato e richiesto un nuovo compito e cioè l'accoglienza delle prime giovani brasiliane, decise e desiderose di condividere la vita di preghiera, di consacrazione, restando nel mondo come secolari, donando tutta la vita a Dio e ai fratelli.

     Non era un passo facile, urgeva un serio discernimento, un accompagnamento che le aiutasse ad abbracciare l'invito che Gesù Sacerdote rivolgeva loro ad una totalità di vita, di comunione.

Conoscere ed abbracciare i consigli evangelici è tutto un cammino che deve essere impostato, innanzitutto, sulla preghiera.

     Insomma, dovevamo prima noi due, con la Grazia di Dio, testimoniare tutta la bellezza e l'impegno di questa vocazione. Lo Spirito Santo, unico e vero Maestro delle anime, non ci tolse il timore, la paura, ma ci sostenne, dandoci la certezza che era Lui a operare in quelle giovani.

     Ecco allora la necessità di potenziare la comunione fraterna tra noi per favorire il dialogo, l'apertura e fiducia reciproche, fondamentali per crescere nell'Amore a Dio e ai fratelli.

Dovevamo orientarle a maturare la conoscenza chiara della vocazione, quella specifica dell'Istituto, a una fedeltà assoluta alla preghiera come rapporto intimo con Dio, ad    approfondire il Carisma e la spiritualità sacerdotale.

   

     Un punto di riferimento prezioso l'avevamo in Padre Franco Milanesio, sacerdote fossanese “Fidei donum”, che, per interessamento di Mons. Giorgio Canale, nostro Assistente,era giunto nella Diocesi di Franca, (Brasile), pochi mesi prima del nostro arrivo.

     Padre Franco ci fu vicino come ottimo sacerdote e come fratello. Essendo molto vicino a Orlandia, si rese disponibile per confessioni, ritiri, incontri vari.

Il Ministero di Padre Franco era, ed è tutt'oggi, un annuncio costante della Parola di Dio.

 

 

     NUOVI ARRIVI …

 

     Proprio nel periodo in cui le prime giovani avevano iniziato il cammino di conoscenza e approfodimento della vocazione alla Consacrazione secolare e alla vita fraterna, la Provvidenza visitò la nostra Parrocchia di S.Josè, e precisamente la nostra Cappella dedicata a “Cristo Rey”, con un dono straordinario: due Sacerdoti italiani e una Religiosa spagnola, che diedero inizio a delle catechesi quale itinerario di fede per giungere alla conversione al Vangelo ed a un nuovo stile di vita, un approfondimento della Parola di Dio. Non solo istruzione religiosa, ma anche esperienza di preghiera personale e comunitaria, con gesti di testimonianza e opere di carità; una Parola che ti scomoda e ti richiede un cambiamento di vita: un'autentica scuola di formazione al seguito di Gesu'!

 

 

     Il Parroco, don Emilio Pignoli, ci pregò di partecipare per essere di “buon esempio” alla popolazione. Ad essere sincere avevamo tutto da imparare dal popolo semplice, che si dimostrò interessato e assetato di quella Parola.

 

     Netti e la sottoscritta ritenemmo quelle catechesi una “manna” spirituale piovuta dal Cielo in un momento così delicato e fondamentale per la formazione delle nostre giovani, e lo fu veramente!!

Confessiamo con gratitudine che il Divin Maestro camminò davanti a noi, togliendoci le pietre d'inciampo perchè giungessimo a fare la dolce esperienza del Suo infinito Amore.

 

     IMPEGNI VARI...

 

     Le giovani si prepararono anche ad assumere impegni professionali ed ecclesiali propri di donne consacrate nel mondo, donne che devono esercitare un lavoro per essere autosufficienti anche economicamente.

     Due di loro, dopo una buona preparazione curata da un'infermiera universitaria, entrarono nell'ospedale cittadino.

     Una fu cercata come direttrice della piccola Casa di riposo.

     Una come animatrice in una struttura per bambini con problemi psichici e motori.

     Una come segretaria parrocchiale.

     Una rimase in casa per le attività domestiche.

       Le ragazze, già impegnate in lavori professionali, erano anche molto disponibili in Parrocchia per la catechesi dell'infanzia e dei giovani.

 

     Un piccolo evento, a noi molto caro, era l'accoglienza, fatta con gioia, di qualche mamma delle giovani per qualche giornata da vivere con noi. Questa presenza consentiva loro di conoscere meglio e godere dello svolgimento delle nostre giornate fatte di lavoro, impegni vari e preghiera, ma anche seminate di tanta serenità.

 

     Così pure accoglievamo, in qualche occasione, i Sacerdoti locali della Parrocchia, o di passaggio, offrendo loro un pranzetto fraterno.

Questo scambio favoriva la comunione, l' amicizia e una condivisione preziosa per la crescita tanto personale che comunitaria.

 

     

     Nettina diede maggior sviluppo ai corsi di taglio e cucito.

     Io, a richiesta del Parroco, mi occupai del F.A.C. (Fraterno Aiuto Cristiano), metodo di lavoro importato dall'Italia dallo zelante Parroco. Curavo l'accompagnamento delle famiglie disagiate, specialmente di quelle provenienti dal Nord-Est, fuggite dalle siccità che inducevano le popolazioni alla miseria.

 

                 - Avevamo, grazie a Dio, la possibilità di partecipare quasi tutti i giorni all'Eucarestia in Parrocchia, con predicazione molto curata e profonda.

-        Organizzavamo i nostri Ritiri mensili, gli Esercizi spirituali annuali e il tempo della preghiera sia personale che comunitaria.

-        Cercavamo di curare la vita fraterna con spazi di riposo, di distensione; non tutto riusciva alla perfezione, tenendo conto della provenienza da ambienti diversi, caratteri ed abitudini tanto diverse. Tutto sommato si respirava in casa un buon clima fraterno e gioioso.

     Di quante visite siamo state oggetto in quegli anni: dall'Argentina, dall'Italia!

Certamente la più attesa e preziosa fu quella del nostro amatissimo Assistente, don Giorgio Canale. Egli giunse accompagnato dal fratello, don Giovanni, provenienti dall'Argentina in visita alle nostre sorelle e Sacerdoti, colà presenti da tredici anni.

     Arrivarono a Orlandia nelle prime ore del mattino e, per timore di interrompere il nostro riposo, attesero il passare delle ore seduti su una panchina di fronte alla Chiesa parrocchiale.

All'arrivo nella nostra casa fu un'esplosione di gioia e di entusiasmo da parte di tutte: solo chi ha avuto la possibilità di vivere questa esperienza può capirla.

     Il Padre rimase con noi diversi giorni, offrendoci momenti di intensa preghiera, di preparazione al rinnovo dei nostri impegni, ma anche giornate di piacevole simpatia e fraternità.

     Eravamo alla fine del mese di maggio 1976. La domenica seguente, 31 maggio, nella parrocchia di Padre Franco Milanesio avevamo già organizzato la nostra festa, la giornata dell'impegno.

Proprio quel 31 maggio le prime quattro giovani brasiliane avrebbero fatto la loro prima Consacrazione a Gesù Sacerdote: c'era tutto un fermento e una gioia indicibile... Avere per questa Celebrazione la presenza del nostro carissimo Assistente, proprio lui ad accogliere nelle sue mani la donazione totale di quelle sorelle, superava ogni nostra aspettativa.

 

     Pochi giorni più tardi i due Sacerdoti sarebbero partiti per il Camerun A., in visita ad una nostra sorella che operava come infermiera tra gli ammalati di lebbra e di tubercolosi.

     Prima di lasciarci, il Padre Assistente volle ancora incontrarci per un momento di preghiera e di saluto. Non ricordo quale Parola di Dio scelse; una cosa ricordo e porto in cuore: gli ultimi versetti, 32-38, del Cap. 20 degli Atti degli Apostoli.

     Lascio a voi immaginare come si riprodusse tra noi quella scena di addio!

 

 

     UNA DOLOROSA “POTATURA” E UNA BELLA NOTIZIA.

 

     Arriviamo al 1977. Nettina viene richiamata in Italia per la salute malferma dei genitori. Questa sarà la prima “potatura” dolorosa per lei e per tutte noi. Eravamo veramente unite in una fraternità di amore, sia pur con tutti i nostri limiti e povertà. Cercavamo veramente di condividere le difficoltà, le gioie, le prove, come avviene in una famiglia, ma i disegni di Dio divergono dai nostri ed è quindi doveroso saperli accettare con umiltà, senza mai perdere di vista la Sua volontà.

 

     1978.   Ad un anno dalla sua partenza, ecco giungere a noi una lieta e confortante notizia: Maria Lingua verrà a portarci la sua personale ricchezza di mente e di cuore.

 

     Anche con Maria godevo già di una profonda, fraterna amicizia negli anni della sua adolescenza e giovinezza. Avevo sempre seguito il suo itinerario in Italia e Francia ed ora, generosamente, si era resa disponibile per condividere con noi l'esperienza brasiliana.

     A Maria passo la consegna, perchè lei avrà, più di tutte noi, un abbondante, impegnativo e lungo itinerario da far conoscere per la prolungata permanenza e condivisione con le Sorelle brasiliane,che sono entrate a far parte del nostro Istituto dal 1978 ad oggi, partecipando con Vittorina, per dieci anni, a tutte le attività, alla crescita del numero delle sorelle, ma, soprattutto, alla loro crescita umana e spirituale.

 

 

     UN INCARICO DI RESPONSABILITA'.

 

     1981.   Un'ulteriore chiamata mi attende! Lascio il Brasile, dove mi è stato dato di coltivare una bellissima e confortante esperienza, per immergermi nel cuore del nostro Istituto come Responsabile, in collaborazione con quelle Sorelle che faranno con me un decennio di strada prima di passare le consegne a Vittorina Massari.

 

  

 

Come non lodarti e benedirti, Signore, per avermi

sostenuta, amata e perdonata come tua piccola

e povera pecorella in tutti questi 84 anni di vita

che mi hai concesso?

 

GRAZIE, GESU'!   GRAZIE, MARIA!

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